db Magazine June 13, 2022

L’Italia verso la “green economy”

La transizione ecologica è iniziata. Nel nostro paese sono circa 441mila le aziende che investono in tecnologie e prodotti attenti all’ambiente. E neanche la pandemia le ha fermate.

La “transizione green” è iniziata. E porterà le aziende verso un nuovo tipo di economia più attenta agli impatti ambientali, alla riduzione degli sprechi e delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Questa graduale evoluzione del modello di business è uno dei pilastri principali del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che prevede un pacchetto di investimenti per supportare le imprese nella difficile fase di ripartenza post-pandemia in ottica sostenibile. 

dbmagazine_green_economy

Cosa accade in Italia 

Il punto sulla situazione in Italia è nella dodicesima edizione del Rapporto GreenItaly, diffuso a fine ottobre 2021 e realizzato dalla Fondazione Symbola (che promuove e aggrega le “qualità” italiane e attraverso ricerche, eventi e progetti) e da Unioncamere, con il patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica. Nel report si legge che tra il 2016 e il 2020 oltre 441mila imprese italiane hanno deciso di investire nella transizione ecologica dotandosi di tecnologie più sostenibili o orientandosi su prodotti green. Un dato che non risulta essere stato impattato nemmeno dalla crisi pandemica. Il 31,9% delle società attive nell’industria e nei servizi ha continuato a investire. E il valore sale a quota 36,3% se si considera il settore manifatturiero. 

I Green Jobs 

Tra le regioni italiane che si dimostrano più attente all’ambiente, vince la Lombardia, con un totale di 89.784 imprese e poco più di 265.000 contratti stipulati a green jobs. Mentre guardando al totale degli occupati nell’ambito dell’economia “verde”, in Italia si contano circa 3,1 milioni di dipendenti, pari al 13,7% del totale dei lavoratori. 

Esempi 

Tra chi ha già iniziato a puntare sull’ambiente ci sono imprese con uffici e sedi a tutti gli effetti “carbon neutral”. Alcuni recuperano o riciclano i rifiuti prodotti al 100%. Una azienda di Como, specializzata nella creazione di sete e tessuti pregiati ha lanciato una collezione di abiti “responsabili”.
A Torino, invece, c’è un negozio che ha eliminato gli imballaggi di plastica e vende tutto sfuso. Mentre al Salone del Mobile di Milano sono stati presentati i primi divani in pelle ibrida, che mescolano al loro interno fibre di origine riciclata, oltre a nuove speciali tecnologie con le quali lavorare il vetro riproducendo le fattezze del marmo o delle pelli animali. 

A cura di OF Network


Disclaimer 

Tutti i diritti riservati. Gli articoli, i materiali, i contenuti ed i servizi presenti sulle pagine web raggiungibili da questo indirizzo https://www.deutsche-bank.it/news/detail/dbmagazine sono destinati ad un utilizzo personale e non professionale e non possono essere copiati, trasmessi, pubblicati, distribuiti o sfruttati commercialmente senza l’esplicito consenso scritto del Gruppo Deutsche Bank S.p.A.. Tutti i materiali pubblicati, inclusi a titolo esemplificativo, articoli di informazione, fotografie, immagini, illustrazioni, sono protetti dalle leggi sul diritto d’autore e sono di proprietà dell’editore o di chi legittimamente disponga dei diritti relativi. Le informazioni contenute nel presente documento si basano su fonti ritenute attendibili: tuttavia il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. non ha effettuato una verifica indipendente relativa a tali informazioni e declina ogni responsabilità a riguardo. Conseguentemente, nessuna garanzia, espressa o implicita, è fornita, né alcun affidamento può essere fatto riguardo alla precisione, completezza o correttezza delle informazioni e delle opinioni contenute in questo documento. Gli articoli, le ricerche e gli studi pubblicati rappresentano esclusivamente le opinioni e i punti di vista dei relativi autori: esse non riflettono necessariamente le opinioni di Deutsche Bank S.p.A. né di qualsiasi società controllata o consociata del Gruppo Deutsche Bank S.p.A.. Né l’autore né il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. possono essere ritenuti responsabili per danni derivanti dall’utilizzo della presente pubblicazione, tranne per quanto è previsto dalla normativa applicabile. Il Gruppo Deutsche Bank S.p.A cercherà in tutti i modi di evitare la pubblicazione di informazioni erronee ed affermazioni che possano in alcun modo essere considerate lesive di diritti di terzi.  Le informazioni riportate hanno solo uno scopo informativo, non sono da intendersi, interpretarsi o considerarsi in alcun modo come messaggio promozionale ovvero offerte di vendita o sollecitazioni a sottoscrivere, invito ad acquistare o vendere o come raccomandazione ad acquistare o collocare qualsiasi tipo di strumento finanziario, nè come giudizi da parte del Gruppo Deutsche Bank S.p.A. sull’opportunità dell’investimento in alcuno dei prodotti illustrati, o ricerca in materia di investimenti, né tantomeno costituiscono una raccomandazione ad eseguire alcun tipo di operazione. Quanto ad eventuali richiami di natura fiscale qui contenuti, va rilevato che i livelli e le basi di tassazione a cui fanno riferimento gli articoli pubblicati sono suscettibili di cambiamenti rispetto alla data di pubblicazione e possono incidere sul valore dell’investimento; il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. non ha l'obbligo di mantenere aggiornate queste informazioni, né tantomeno di aggiornarle. La distribuzione di questo documento in altre giurisdizioni può essere soggetta a restrizioni e pertanto le persone alle quali dovesse pervenire tale documento si dovranno informare sull’esistenza di tali restrizioni ed osservarle. Ulteriori informazioni sono disponibili su richiesta.