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db Premium Magazine October 8, 2024

A Milano un Picasso fuori dai luoghi comuni

La difficile condizione di immigrato e la sua influenza sulla vita e sull’opera di uno dei più grandi artisti dei nostri tempi.

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Ricevuta per la richiesta per la carta d’identità di Pablo Picasso, con timbro “spagnolo” - 3 luglio 1931 - 15,6 x 19,5 cm- ©Archivio Prefettura Polizia di Parigi

Un filo tematico inaspettato per una mostra che si propone tra le più interessanti della stagione: “Picasso lo straniero”, in programma fino al 2 febbraio a Palazzo Reale a Milano e promossa da Comune di Milano - Cultura, nasce infatti dall’idea originale di Annie Cohen-Solal, autrice di “Picasso. Una vita da straniero” e curatrice scientifica del progetto espositivo. A cinquant’anni dalla scomparsa, l’opera di Pablo Ruiz Picasso è qui indagata e raccontata attraverso la lente del suo stato di immigrato, rifiutato, censurato dalla nazione che lo ha visto crescere e raggiungere il successo: la Francia.

Nonostante sia forse l’artista più noto dei nostri tempi - quello che più ha suscitato dibattiti, controversie, passioni - non tutti conoscono le vicende personali che ne hanno segnato l’esistenza. Nato nel 1881 a Malaga in Spagna, Picasso arriva a Parigi per la prima volta nel 1900: diciottenne, incapace di parlare una parola di francese, il giovane genio si trova ad affrontare una molteplicità di ostacoli e difficoltà, incluso quando, nel 1901, viene schedato per sbaglio - con il numero 74.664 - come anarchico sottoposto a sorveglianza speciale.
E anche quando nel 1904 Picasso si stabilisce definitivamente a Parigi e si afferma come leader dell’avanguardia cubista in tutto il mondo, il suo status resterà sempre quello di “straniero”, dal momento che la Francia non gli concederà mai la cittadinanza e manterrà nei suoi confronti un atteggiamento di distaccato rifiuto.

Durante la guerra civile in Spagna, l’artista realizza Guernica (1937), l’immensa tela destinata a diventare il vessillo universale della resistenza antifascista. Nel 1940, temendo di essere in pericolo in Francia, dove l’invasione nazista è imminente, Picasso decide di inoltrare la domanda di naturalizzazione che viene rifiutata. Risale al 1929 poi il gran rifiuto del Louvre alla donazione de Les Demoiselles d’Avignon (1906- 1907), nonostante la fama dell’artista sia ormai celebrata in tutto il mondo.

Prodotta da Palazzo Reale con Marsilio Arte grazie alla collaborazione del Musée National Picasso-Paris (MNPP), principale prestatore, del Palais de la Porte Dorée con il Musée National de l’Histoire de l’Immigration e della Collection Musée Magnelli Musée de la céramique di Vallauris, la mostra (che si avvale anche della curatela speciale di Cécile Debray, presidente del MNPP) segue quindi la traiettoria estetica e politica di Picasso, illustrando come questi abbia plasmato la propria identità vivendo nella travagliata condizione di esule e straniero, esperienza che ha che influenzato radicalmente la pratica artistica.

Nel dipinto “La lettura della lettera” (1921), ad esempio, Picasso rappresenta sé stesso accanto a un amico, che potrebbe essere il poeta Guillaume Apollinaire o il poeta Max Jacob, oppure Georges Braque: ma ciò che emerge è l’importanza che l’artista - proprio a causa della fragilità della sua condizione di straniero - attribuisce ai legami e alle amicizie che ha costruito nel corso degli anni. Tra le oltre quaranta opere per la prima volta esposte in Italia - tra dipinti, disegni, sculture - c’è una anche piccola gouache dal titolo “Gruppo di donne”, del 1901: Picasso nei primi mesi a Parigi lavorò moltissimo, eseguendo a tempo di record sessantaquattro opere che ci pongono di fronte a personaggi sconcertanti, ritratti con colori violenti, con ampi tocchi di rosso che spiccano come ferite. È il popolino di Parigi osservato nei bassifondi della città, nei caffè e nelle stradine di Montmartre, insieme al gruppo accogliente dei catalani del quale Picasso stesso fa parte.

Il percorso espositivo si snoda in ordine cronologico, dal 1900 al 1973, e presenta più di 90 opere dell’artista, oltre a documenti, fotografie, lettere e video; un progetto che apre a molteplici riflessioni sui temi dell’accoglienza, dell’immigrazione e della relazione con l’altro.

Info:

Picasso lo straniero
Milano, Palazzo Reale, Piazza Duomo 12

Orario: dal martedì alla domenica 10.00 -19.30; giovedì 10.00 – 22.30 (lunedì chiuso)
Ingresso: 15 euro intero (13 euro ridotto)
Informazioni: tel. 02 91446111http://www.palazzorealemilano.it


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