Un filo tematico inaspettato per una mostra che si propone tra le più interessanti della stagione: “Picasso lo straniero”, in programma fino al 2 febbraio a Palazzo Reale a Milano e promossa da Comune di Milano - Cultura, nasce infatti dall’idea originale di Annie Cohen-Solal, autrice di “Picasso. Una vita da straniero” e curatrice scientifica del progetto espositivo. A cinquant’anni dalla scomparsa, l’opera di Pablo Ruiz Picasso è qui indagata e raccontata attraverso la lente del suo stato di immigrato, rifiutato, censurato dalla nazione che lo ha visto crescere e raggiungere il successo: la Francia.
Nonostante sia forse l’artista più noto dei nostri tempi - quello che più ha suscitato dibattiti, controversie, passioni - non tutti conoscono le vicende personali che ne hanno segnato l’esistenza. Nato nel 1881 a Malaga in Spagna, Picasso arriva a Parigi per la prima volta nel 1900: diciottenne, incapace di parlare una parola di francese, il giovane genio si trova ad affrontare una molteplicità di ostacoli e difficoltà, incluso quando, nel 1901, viene schedato per sbaglio - con il numero 74.664 - come anarchico sottoposto a sorveglianza speciale. E anche quando nel 1904 Picasso si stabilisce definitivamente a Parigi e si afferma come leader dell’avanguardia cubista in tutto il mondo, il suo status resterà sempre quello di “straniero”, dal momento che la Francia non gli concederà mai la cittadinanza e manterrà nei suoi confronti un atteggiamento di distaccato rifiuto.
Durante la guerra civile in Spagna, l’artista realizza Guernica (1937), l’immensa tela destinata a diventare il vessillo universale della resistenza antifascista. Nel 1940, temendo di essere in pericolo in Francia, dove l’invasione nazista è imminente, Picasso decide di inoltrare la domanda di naturalizzazione che viene rifiutata. Risale al 1929 poi il gran rifiuto del Louvre alla donazione de Les Demoiselles d’Avignon (1906- 1907), nonostante la fama dell’artista sia ormai celebrata in tutto il mondo.
Prodotta da Palazzo Reale con Marsilio Arte grazie alla collaborazione del Musée National Picasso-Paris (MNPP), principale prestatore, del Palais de la Porte Dorée con il Musée National de l’Histoire de l’Immigration e della Collection Musée Magnelli Musée de la céramique di Vallauris, la mostra (che si avvale anche della curatela speciale di Cécile Debray, presidente del MNPP) segue quindi la traiettoria estetica e politica di Picasso, illustrando come questi abbia plasmato la propria identità vivendo nella travagliata condizione di esule e straniero, esperienza che ha che influenzato radicalmente la pratica artistica.
Nel dipinto “La lettura della lettera” (1921), ad esempio, Picasso rappresenta sé stesso accanto a un amico, che potrebbe essere il poeta Guillaume Apollinaire o il poeta Max Jacob, oppure Georges Braque: ma ciò che emerge è l’importanza che l’artista - proprio a causa della fragilità della sua condizione di straniero - attribuisce ai legami e alle amicizie che ha costruito nel corso degli anni. Tra le oltre quaranta opere per la prima volta esposte in Italia - tra dipinti, disegni, sculture - c’è una anche piccola gouache dal titolo “Gruppo di donne”, del 1901: Picasso nei primi mesi a Parigi lavorò moltissimo, eseguendo a tempo di record sessantaquattro opere che ci pongono di fronte a personaggi sconcertanti, ritratti con colori violenti, con ampi tocchi di rosso che spiccano come ferite. È il popolino di Parigi osservato nei bassifondi della città, nei caffè e nelle stradine di Montmartre, insieme al gruppo accogliente dei catalani del quale Picasso stesso fa parte.
Il percorso espositivo si snoda in ordine cronologico, dal 1900 al 1973, e presenta più di 90 opere dell’artista, oltre a documenti, fotografie, lettere e video; un progetto che apre a molteplici riflessioni sui temi dell’accoglienza, dell’immigrazione e della relazione con l’altro.
Info:
“Picasso lo straniero” Milano, Palazzo Reale, Piazza Duomo 12
Orario: dal martedì alla domenica 10.00 -19.30; giovedì 10.00 – 22.30 (lunedì chiuso) Ingresso: 15 euro intero (13 euro ridotto) Informazioni: tel. 02 91446111, http://www.palazzorealemilano.it
Tutti i diritti riservati. Gli articoli, i materiali, i contenuti ed i servizi presenti sulle pagine web raggiungibili da questo indirizzo www.deutsche-bank.it/dbpremium-program sono destinati ad un utilizzo personale e non professionale e non possono essere copiati, trasmessi, pubblicati, distribuiti o sfruttati commercialmente senza l’esplicito consenso scritto del Gruppo Deutsche Bank S.p.A.. Tutti i materiali pubblicati, inclusi a titolo esemplificativo, articoli di informazione, fotografie, immagini, illustrazioni, sono protetti dalle leggi sul diritto d’autore e sono di proprietà dell’editore o di chi legittimamente disponga dei diritti relativi. Le informazioni contenute nel presente documento si basano su fonti ritenute attendibili: tuttavia il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. non ha effettuato una verifica indipendente relativa a tali informazioni e declina ogni responsabilità a riguardo. Conseguentemente, nessuna garanzia, espressa o implicita, è fornita, né alcun affidamento può essere fatto riguardo alla precisione, completezza o correttezza delle informazioni e delle opinioni contenute in questo documento. Gli articoli, le ricerche e gli studi pubblicati rappresentano esclusivamente le opinioni e i punti di vista dei relativi autori: esse non riflettono necessariamente le opinioni di Deutsche Bank S.p.A. né di qualsiasi società controllata o consociata del Gruppo Deutsche Bank S.p.A.. Né l’autore né il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. possono essere ritenuti responsabili per danni derivanti dall’utilizzo della presente pubblicazione, tranne per quanto è previsto dalla normativa applicabile. Il Gruppo Deutsche Bank S.p.A cercherà in tutti i modi di evitare la pubblicazione di informazioni erronee ed affermazioni che possano in alcun modo essere considerate lesive di diritti di terzi. Le informazioni riportate hanno solo uno scopo informativo, non sono da intendersi, interpretarsi o considerarsi in alcun modo come messaggio promozionale ovvero offerte di vendita o sollecitazioni a sottoscrivere, invito ad acquistare o vendere o come raccomandazione ad acquistare o collocare qualsiasi tipo di strumento finanziario, nè come giudizi da parte del Gruppo Deutsche Bank S.p.A. sull’opportunità dell’investimento in alcuno dei prodotti illustrati, o ricerca in materia di investimenti, né tantomeno costituiscono una raccomandazione ad eseguire alcun tipo di operazione. Quanto ad eventuali richiami di natura fiscale qui contenuti, va rilevato che i livelli e le basi di tassazione a cui fanno riferimento gli articoli pubblicati sono suscettibili di cambiamenti rispetto alla data di pubblicazione e possono incidere sul valore dell’investimento; il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. non ha l'obbligo di mantenere aggiornate queste informazioni, né tantomeno di aggiornarle. La distribuzione di questo documento in altre giurisdizioni può essere soggetta a restrizioni e pertanto le persone alle quali dovesse pervenire tale documento si dovranno informare sull’esistenza di tali restrizioni ed osservarle. Ulteriori informazioni sono disponibili su richiesta.
Ricevuta per la richiesta per la carta d’identità di Pablo Picasso, con timbro “spagnolo” - 3 luglio 1931 - 15,6 x 19,5 cm- ©Archivio Prefettura Polizia di Parigi
Un filo tematico inaspettato per una mostra che si propone tra le più interessanti della stagione: “Picasso lo straniero”, in programma fino al 2 febbraio a Palazzo Reale a Milano e promossa da Comune di Milano - Cultura, nasce infatti dall’idea originale di Annie Cohen-Solal, autrice di “Picasso. Una vita da straniero” e curatrice scientifica del progetto espositivo. A cinquant’anni dalla scomparsa, l’opera di Pablo Ruiz Picasso è qui indagata e raccontata attraverso la lente del suo stato di immigrato, rifiutato, censurato dalla nazione che lo ha visto crescere e raggiungere il successo: la Francia.
Nonostante sia forse l’artista più noto dei nostri tempi - quello che più ha suscitato dibattiti, controversie, passioni - non tutti conoscono le vicende personali che ne hanno segnato l’esistenza. Nato nel 1881 a Malaga in Spagna, Picasso arriva a Parigi per la prima volta nel 1900: diciottenne, incapace di parlare una parola di francese, il giovane genio si trova ad affrontare una molteplicità di ostacoli e difficoltà, incluso quando, nel 1901, viene schedato per sbaglio - con il numero 74.664 - come anarchico sottoposto a sorveglianza speciale.
E anche quando nel 1904 Picasso si stabilisce definitivamente a Parigi e si afferma come leader dell’avanguardia cubista in tutto il mondo, il suo status resterà sempre quello di “straniero”, dal momento che la Francia non gli concederà mai la cittadinanza e manterrà nei suoi confronti un atteggiamento di distaccato rifiuto.
Durante la guerra civile in Spagna, l’artista realizza Guernica (1937), l’immensa tela destinata a diventare il vessillo universale della resistenza antifascista. Nel 1940, temendo di essere in pericolo in Francia, dove l’invasione nazista è imminente, Picasso decide di inoltrare la domanda di naturalizzazione che viene rifiutata. Risale al 1929 poi il gran rifiuto del Louvre alla donazione de Les Demoiselles d’Avignon (1906- 1907), nonostante la fama dell’artista sia ormai celebrata in tutto il mondo.
Prodotta da Palazzo Reale con Marsilio Arte grazie alla collaborazione del Musée National Picasso-Paris (MNPP), principale prestatore, del Palais de la Porte Dorée con il Musée National de l’Histoire de l’Immigration e della Collection Musée Magnelli Musée de la céramique di Vallauris, la mostra (che si avvale anche della curatela speciale di Cécile Debray, presidente del MNPP) segue quindi la traiettoria estetica e politica di Picasso, illustrando come questi abbia plasmato la propria identità vivendo nella travagliata condizione di esule e straniero, esperienza che ha che influenzato radicalmente la pratica artistica.
Nel dipinto “La lettura della lettera” (1921), ad esempio, Picasso rappresenta sé stesso accanto a un amico, che potrebbe essere il poeta Guillaume Apollinaire o il poeta Max Jacob, oppure Georges Braque: ma ciò che emerge è l’importanza che l’artista - proprio a causa della fragilità della sua condizione di straniero - attribuisce ai legami e alle amicizie che ha costruito nel corso degli anni. Tra le oltre quaranta opere per la prima volta esposte in Italia - tra dipinti, disegni, sculture - c’è una anche piccola gouache dal titolo “Gruppo di donne”, del 1901: Picasso nei primi mesi a Parigi lavorò moltissimo, eseguendo a tempo di record sessantaquattro opere che ci pongono di fronte a personaggi sconcertanti, ritratti con colori violenti, con ampi tocchi di rosso che spiccano come ferite. È il popolino di Parigi osservato nei bassifondi della città, nei caffè e nelle stradine di Montmartre, insieme al gruppo accogliente dei catalani del quale Picasso stesso fa parte.
Il percorso espositivo si snoda in ordine cronologico, dal 1900 al 1973, e presenta più di 90 opere dell’artista, oltre a documenti, fotografie, lettere e video; un progetto che apre a molteplici riflessioni sui temi dell’accoglienza, dell’immigrazione e della relazione con l’altro.
Info:
“Picasso lo straniero”
Milano, Palazzo Reale, Piazza Duomo 12
Orario: dal martedì alla domenica 10.00 -19.30; giovedì 10.00 – 22.30 (lunedì chiuso)
Ingresso: 15 euro intero (13 euro ridotto)
Informazioni: tel. 02 91446111, http://www.palazzorealemilano.it
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