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April 20, 2023
Le auto a benzina non moriranno. A una condizione.
La Commissione europea e la Germania hanno raggiunto l’intesa: anche dopo il 2035 i motori termici potranno essere venduti, ma solo a patto che siano alimentati con e-fuel, cioè carburanti sintetici a impatto zero.
In Italia, invece si pensa ai biocarburanti. La differenza? Derivano dalla trasformazione di sostanze organiche, come zucchero di canna, olio di palma ma anche mais e grano.
L’Ue ha deciso: ha approvato lo stop alla vendita di motori a benzina e diesel a partire dal 2035. L’unica eccezione? Le auto che utilizzano e-fuel, il cosiddetto “carburante sintetico”. Bocciati invece i biocarburanti che, secondo l’esecutivo, sarebbero più inquinanti e non in linea con il principio di “neutralità energetica“. Ma qual è la differenza tra gli e-fuel i biocarburanti? Consentono davvero di raggiungere l’obiettivo “emissioni zero“? Intanto, mentre la Germania festeggia il risultato ottenuto, l’Italia, che avrebbe voluto la stessa deroga per i biocarburanti, spera in una trattativa con la commissione Ue.
E-fuel e biocarburanti, la differenza
Gli E-fuel vengono prodotti con CO2 e idrogeno verde. Durante la combustione, viene rilasciata la stessa quantità di anidride carbonica usata per produrli, quindi con un bilancio di emissioni pari a zero.
I biocarburanti, invece, derivano dalla trasformazione di sostanze organiche, come zucchero di canna, olio di palma mais e grano. E sono ricavati da fonti rinnovabili non fossili: due esempi sono il biodiesel e il bioetanolo. Attualmente vengono aggiunti, con determinate percentuali, al gasolio e alla benzina.
Entrambi i carburanti presentano delle criticità. Gli e-fuel, per minimizzare l'impatto ambientale, dovrebbero usare solo idrogeno verde che oggi rappresenta una percentuale bassa del prodotto. Mentre i biocombustibili, pur arrivando da fonti rinnovabili, hanno bisogno del terreno per produrre i componenti vegetali e, quindi, tolgono spazi vitali al settore alimentare. Inoltre, durante la combustione i benefici risultano limitati. Una nuova tipologia di biocarburanti disponibile in Italia è l’HVO- Hydrotreated Vegetable Oil, realizzato da Eni tramite un processo che consente di trattare oli di scarto dell’industria alimentare o grassi animali. Promette di ridurre in modo significativo le emissioni: ma le auto compatibili attualmente sono solo alcune di ultima generazione.
Il futuro della mobilità è green
Il Green Deal europeo prevede che l’UE diventi il primo continente a impatto zero entro il 2050. Per raggiungere questo obiettivo, le emissioni dovranno essere ridotte del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. La mobilità sostenibile è, quindi, un importante tassello del programma della Commissione Europea. E mentre l’Italia resta il fanalino di coda in materia di auto elettriche, con numeri inferiori rispetto al resto d’Europa, altri Paesi spingono l’acceleratore sulla mobilità green. A partire dalla Francia, l’Olanda e dalla stessa Germania.
A cura di OFNetwork
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