db Magazine September 21, 2022

Secondo appuntamento a Milano per ‘The Art of Conversation’

La Fondazione Rovati è stato il contesto ideale per ospitare la seconda tappa del percorso “Art of Conversation” intrapreso quest’anno tra Frieze e Deutsche Bank SpA.

Ospite d’eccezione è stato il celeberrimo artista Adrian Paci, di cui alcune opere fanno parte della Collezione Deutsche Bank e una selezione delle stesse sono ospitate presso la sede Deutsche Bank di via Turati a Milano.

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Le opere di Adrian Paci affrontano i temi perlopiù autobiografici dell’immigrazione, della ricerca di un’identità e del viaggio inteso come esodo. Adrian infatti, nato in Albania nel 1969, arriva a Milano nel 1992 grazie ad una borsa di studio e, tornato a Scutari nel 1995, rientra nel nostro Paese, questa volta in via definitiva, con la famiglia nel 2000. Nella sua ricerca gli argomenti citati vengono assolutizzati ed elevati ad una condizione universale.

La chiacchierata con Barbara Casavecchia gli fornisce l’occasione per un breve excursus della sua carriera, in cui commenta alcune delle sue opere più famose, partendo da quella che è la sua ultima creazione, il video “The wanderers”. Ambientato nell'Albania rurale, il film mette a confronto due modi di camminare, due modi di muoversi e di essere. Mentre il video in bianco e nero mostra persone e animali che entrano ed escono casualmente dall'inquadratura al rallentatore, il video a colori presenta una processione in scena di persone che si muovono di proposito nella direzione dello spettatore: verso una meta sconosciuta, un luogo immaginario. La tensione tra le due temporalità e gli insiemi di immagini trascende il contesto albanese dell'opera. Invoca la figura letteraria o filosofica del viandante, un essere umano alla deriva nel cosmo, tanto quanto quella del migrante.

Tra le varie opere citate, anche “The Encounter”, di cui Deutsche Bank possiede alcuni scatti fotografici portati fisicamente alla Fondazione per l’occasione. Nella performance dell’artista albanese, realizzata nell’agosto 2011 sul sagrato della chiesa di San Bartolomeo a Scicli, oltre 500 persone erano presenti per condividere con lui il gesto della stretta di mano, azione che il più delle volte ci sembra banale, ma che comunica a un livello profondo tra chi la pratica. E che, ripetuta all’infinito, è andata a comporre una sorta di processione di passanti, conoscenti, sconosciuti, uomini e donne accorsi ad incontrarlo. “The Encounter”, appunto.

Prima dell’incontro con l’artista, gli ospiti in gruppi separati hanno potuto visitare il palazzo sede dell’evento. Fondazione Rovati è situata a Milano in corso Venezia 52 ed ospita una preziosa collezione di oggetti e reperti etruschi che dialogano con opere di diverse epoche e civiltà, arricchita da prestiti nazionali e internazionali, il tutto all’interno dello storico palazzo ottocentesco Bocconi-Rizzoli-Carraro, che diventa così un centro di sperimentazione e ricerca.

Il progetto di ristrutturazione è altrettanto interessante rispetto alle opere che ospita: è una struttura non convenzionale, in cui i riferimenti alle suggestive tombe etrusche di Cerveteri sono tesi a rievocare il rapporto vivo con l’aldilà proprio della civiltà etrusca, in un’architettura ipogea, che si estende anche al di sotto del giardino del palazzo, caratterizzata da tre grandi cupole che generano un’atmosfera mistica e sospesa. Un luogo perfetto, appunto, per continuare il dialogo intrapreso a Venezia con “Art of Conversation”.

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