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db Premium Magazine April 8, 2024

Escher e l’arte del rompicapo

Le paradossali geometrie del grande e popolarissimo artista olandese sono in mostra per la prima volta a Ferrara in una grande esposizione a Palazzo dei Diamanti.

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Maurits Cornelis Escher - Sole e Luna,1948 - Xilografia, 251x270 mm - Collezione erhm, USA - All M.C. Escher works © 2024 The M.C. EscherCompany. All rights reserved - mcescher.com

Fino al prossimo al 21 luglio 2024 le sale espositive del Palazzo dei Diamanti accoglieranno per la prima volta a Ferrara le opere di Escher, artista geniale e visionario, da sempre amato dai matematici e riscoperto dal grande pubblico in tempi relativamente recenti. Organizzata da Arthemisia, Fondazione Ferrara Arte e Servizio Musei d'Arte del Comune di Ferrara in collaborazione con la M.C. Escher Foundation e Maurits, la mostra è curata da Federico Giudiceandrea - uno dei più importanti esperti dell’artista - e Mark Veldhuysen, presidente della M.C. Escher Foundation.

Nato nel 1898 a Leeuwarden in Olanda, Maurits Cornelis Escher ha conquistato l’apprezzamento di milioni di persone grazie alla sua straordinaria capacità di trasportare all’interno di mondi immaginifici e apparentemente impossibili. Nelle creazioni del grande maestro olandese confluiscono innumerevoli temi e suggestioni: dai teoremi geometrici alle intuizioni matematiche, dalle riflessioni filosofiche ai paradossi della logica. Le sue inconfondibili opere, che hanno influenzato anche il mondo del design e della pubblicità, sono una sfida alla percezione e rappresentano un unicum nel panorama della storia dell’arte di tutti i tempi.

L’artista ha vissuto in ltalia fra le due guerre, visitando per 13 anni il Paese che più di ogni altro gli regalò momenti felici e ricchi di ispirazione. E anche la stessa Ferrara merita un posto in uno dei suoi primi diari di viaggio, dove annotava gli spostamenti tra le località italiane. Questo è infatti quanto scrive il 5 giugno 1922: “La mattina sono partito da Ravenna alle 8.00 per Ferrara, dove ho dovuto aspettare diverse ore per il treno per Venezia. Ho preso un tram per la città e ho visitato la Cattedrale di San Giorgio che ha un'eccezionale bella facciata antica, decorata con ricchi bassorilievi del XII-XIV secolo, con alcuni animali alati, metà uccelli e metà leoni “probabilmente”, su entrambi i lati dell’ingresso. Ho mangiato bene spendendo poco in un piccolo ristorante e sono ripartito alle 12.30 per Venezia, dove sono arrivato alle 15.00”.

La mostra, suddivisa in sei sezioni, percorre tutti gli aspetti dell’opera dell’artista: a partire dagli inizi, a cui è dedicata la prima parte comprendente tra l’altro le 28 xilografie che compongono il libro “XXIV Emblemata dat zijn zinne-beelden”, cioè “XXIV Emblemi, con massime in versi”, una delle tre opere di Escher illustratore, sintesi degli interessi formali perseguiti dall’artista. Il percorso prosegue con la seconda sezione, dal titolo “Italia”, che Escher visita una prima volta con i suoi genitori nel 1921 per poi stabilirsi definitivamente a Roma nel 1923; un soggiorno che gli permette di ampliare i propri orizzonti e di concentrarsi sempre più sulle strutture geometriche dei panorami e degli elementi naturali. La terza sezione, “Tassellature”, rivela le suggestioni ricevute da un soggiorno a Granada nel 1936: le elaborate decorazioni in stile moresco dell’Alhambra lo affascinano e lo spingono a interessarsi alle tassellature, cioè ai modi di suddividere il piano con una o più figure geometriche ripetute all’infinito senza sovrapposizioni e senza spazi vuoti, che diventano così uno dei temi centrali nella sua produzione. Il passo successivo è illustrato nella quarta sezione, dal titolo “Metamorfosi”: lo stesso titolo (“Metamorfosi 2”) attribuito a uno dei capolavori di Escher, una xilografia realizzata tra il 1939 e il 1940 che raffigura un universo circolare, in cui una lucertola può progressivamente diventare la cella di un alveare o un pesce tramutarsi in uccello che a sua volta si trasforma in un cubo e poi in un tetto, in un vortice di trasformazioni di forme astratte in forme animate e viceversa, che traslano l’una all’altra senza soluzione di continuità. “Struttura dello spazio” è il tema a cui è dedicata la quinta sezione: a partire dalla metà degli anni Trenta, Escher abbandona infatti progressivamente la rappresentazione euclidea dello spazio; il suo crescente interesse per la matematica e la geometria passa attraverso lo studio e il fascino che esercitano su di lui sfere, solidi geometrici, superfici riflettenti o topologiche come il nastro di Möbius (un oggetto percepito a due facce che, a una più attenta analisi, ne dimostra una sola), dando corpo al gusto dell’artista per i paradossi, le distorsioni prospettiche e le illusioni ottiche.

Si arriva così alla sesta e conclusiva sezione della mostra, “Paradossi geometrici”, che analizza come Escher abbia cercato di forzare oltre ogni limite la rappresentazione di situazioni impossibili, ma all’apparenza coerenti: come dimostrano alcune delle sue opere più famose tra cui “Salire e Scendere”, “Belvedere”, “Cascata”, “Galleria di stampe”, “Relatività”. Capolavori che riflettono un aspetto essenziale dell’arte del grafico olandese: il suo complesso rapporto con la matematica, la geometria e il tema della riproduzione grafica dell’infinito.

Info:

Escher
Ferrara, Palazzo dei Diamanti, Corso Ercole I d’Este 21
Orario: dal lunedì alla domenica 9.30 -19.00

Ingresso: 15 euro intero (14 euro ridotto)
Informazioni: 0532 185851


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