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db Premium Magazine April 10, 2024

La “mostra dei record” sbarca a Trieste

Dopo il successo di Roma, la grande esposizione dedicata a Van Gogh arriva al Museo Revoltella.

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Vincent Van Gogh -Natura morta con un piatto di cipolle - Arles, inizio gennaio 1889 - Olio su tela, 49,5x64,4 cm - © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherlands

Continua la stagione delle grandi mostre allestite dal Museo Revoltella di Trieste, che fino al 30 giugno ospita una straordinaria mostra dedicata a Vincent Van Gogh, già presentata a Roma (dove è stata come “la mostra dei record” per i 600.000 visitatori registrati in pochi mesi) e organizzata in collaborazione con il Museo Kröller-Müller di Otterlo, in Olanda.

L’esposizione, che documenta in ordine cronologico l’intero percorso del pittore, è suddivisa in quattro sezioni che fanno riferimento ai luoghi di riferimento della vita dell’artista: l’Olanda, Parigi, Arles, per concludere con Saint-Rémy-De-Provence e Auvers-Sur-Oise.
La mostra parte dal racconto approfondito dei primi cinque anni di attività dell’artista, soffermandosi sugli scuri paesaggi della sua giovinezza e sulle numerose figure dedite al lavoro della terra; gli anni che vanno dal 1881 al 1885 sono determinanti e contano più di quanto non appaia dalle opere stesse. Van Gogh si limita principalmente al disegno, è consapevole di dover avere pieno possesso degli strumenti tecnici per poter diventare un pittore, come lui stesso spiega: “non dovete pensare che io abbia messo da parte l'acquerello o la pittura. Certo che ci penso, ma il disegno è l’origine di tutto”, e ancora: “non ho mai rimpianto un solo istante il fatto di non aver cominciato subito facendo acquerelli e pittura. So per certo che arriverò se continuerò a lavorare nonostante le difficoltà, in modo che la mia mano non abbia incertezze nel disegno e nella prospettiva”. Un nutrito numero di disegni è dedicato al tema dei seminatori, dei raccoglitori di patate, dei boscaioli e delle contadine dedite a mansioni domestiche. La grandezza dell’artista si rivela nell’espressività dei volti, negli atteggiamenti dei corpi, nella fatica intesa come ineluttabile destino.

Nei due anni del soggiorno parigino, tra il 1886 e il 1888, Vincent assorbe il clima artistico vitale della città, si lega ad artisti come Émile Bernard, Toulouse-Lautrec e Louis Anquetin. Definisce se stesso e gli amici come gli artisti del Petit Boulevard, mentre riserva ai grandi protagonisti dell’Impressionismo come Monet, Degas, Renoir, Sisley e Pissarro l’appellativo di artisti del Grand Boulevard. Van Gogh si dedica in questa fase a un’accurata ricerca del colore, sulla scia impressionista, conquistando un linguaggio più immediato e cromaticamente vibrante, che si rende ancor più evidente dopo il trasferimento ad Arles.
L’immersione nella luce e nel calore del sud, a partire dal 1888, genera infatti sconvolgimenti emotivi ancora maggiori, che lo portano verso eccessi cromatici, che insieme alla forza del tratto, alle vibranti e violente pennellate, rendono la rappresentazione della natura un esempio unico nella storia dell’arte.

L’esilio volontario nella primavera del 1889 nell’ospedale psichiatrico di Saint Paul de Mausole, vicino a Saint-Rémy sigla un periodo non sempre sereno ma artisticamente fecondo. L’arte di Van Gogh tocca vertici fino ad allora mai raggiunti, individuando nel rapporto con la natura e con gli esseri umani nuove forme di bellezza. Ecco, quindi, che torna l’immagine de “Il Seminatore” realizzato ad Arles nel giugno 1888, con la quale Van Gogh avverte che si può giungere a una tale sfera espressiva solo attraverso un uso metafisico del colore. E così “Il giardino dell’ospedale a Saint-Rémy” (1889) assume l’aspetto di un intricato tumulto. Negli ultimi tre mesi trascorsi a Auvers-sur-Oise, pur oscurati da una nube sempre presente, Van Gogh produce un gran numero di opere; fino a quando, nel luglio 1890, il tormentato artista decide di porre fine alla sua esistenza.

Gli oltre 50 capolavori che compongono l’esposizione comprendono quindi opere iconiche quali “L'Arlesiana (da Gauguin)”, “Ritratto di uomo (Ritratto di Joseph-Michel Ginoux)”, “Il Seminatore” e “Il Giardiniere”, a cui si aggiunge una presenza del tutto speciale: i due ritratti di Monsieur e Madame Ginoux (i proprietari del Café de la Gare di Arles frequentato da Van Gogh), realizzati nel 1890 e conservati rispettivamente l'uno presso il Kröller-Müller Museum di Otterlo – prestatore di quasi tutte le opere presenti in mostra – e l’altra alla Galleria Nazionale di Roma.

Info:

Van Gogh
Trieste, Museo Revoltella, Via Diaz 27
Orario: dal lunedì alla domenica e festivi 9.00 -19.00; martedì chiuso

Ingresso: 16 euro intero (14 euro ridotto)
Informazioni: 040 982781


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