db Premium Magazine February 8, 2024

Sanremo in giallo

Il Festival del 1993 è l’inconsueto scenario delle vicende del giornalista Arturo Ferretti, chiamato a confrontarsi con un incidente molto sospetto.

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Febbraio è - anche - il mese del Festival di Sanremo: trasmissione amata o odiata, ma in ogni caso evento difficile da ignorare per chiunque viva in Italia. Ed è proprio a Sanremo, nei giorni della grande kermesse musicale, che è ambientato il noir d’esordio di Adriano Morosetti pubblicato nella collana Giungla Gialla di Mursia, dal titolo “Il breve mestiere di vivere. Sanremo non è solo Festival”.

Morosetti, da anni sceneggiatore per la televisione, cattura l’attenzione del lettore con uno stile visivo fatto di immagini, catapultandolo in una Sanremo fatta di luci e ombre in cui si dipana la trama della storia. L’anno è il 1993; e accanto alla località costiera ricca e televisiva che si prepara al Festival, si agita anche quella meno nota fatta di corruzione, mafia, risse e spaccio che si muove intorno alla zona di Borgo Tinasso: un ambiente così raccontato dall’autore, sanremese doc: “Per chi conosceva solo l’Ariston e il casinò, era difficile immaginare che a Sanremo esistesse un posto del genere. Di sicuro, gli inviati delle testate nazionali non ci avevano mai messo piede. E non era mai finito nelle immagini evocative della città che la Rai mandava di continuo…”.

La città è in fibrillazione per il grande evento, e tra i numerosi giornalisti giunti a seguire la manifestazione c’è anche Arturo Ferretti, tornato nella sua città natale come inviato di una scalcinata rivista di gossip. Mentre intorno a lui montano l’agitazione e l’eccitazione, tra troupe televisive, cantanti famosi e feste esclusive, Ferretti si ritrova invischiato nella morte di Nino, un vecchio amico. Per la polizia è un semplice incidente, ma troppe cose non tornano. Cinico e disilluso, il giornalista vorrebbe solo strappare uno scoop e andarsene, ma sa che non può farlo: per scoprire la verità e uscirne vivo, dovrà imparare a fare i conti con i fantasmi del passato. Perché, come canta Enrico Ruggeri sul palco dell’Ariston, “il breve mestiere di vivere è il solo mistero che c’è”.


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