Una madre per nemica

Si chiama Angela ma non ha in sé nulla di angelico, tutt’altro: eternamente rabbiosa, insofferente del prossimo, aggressiva, sguaiata, incapace di gesti di affetto, di amicizia, di slanci ideali.
In breve, una donna dal carattere impossibile, che incarna in maniera emblematica tutti gli orrori dell’Italia, nessuno escluso: “il qualunquismo, il razzismo, il classismo, l’egoismo, l’opportunismo, il trasformismo, la mezza cultura peggiore dell’ignoranza, il rancore…”. Basterebbe questo a rendere la protagonista de “Il fuoco che ti porti dentro”, ultimo romanzo di Andrea Franchini, un personaggio memorabile.
Ma a rendere questo libro ancor più emozionante e coinvolgente c’è il fatto che Angela è la madre dello scrittore, e che la vicenda narrata è puramente biografica.

Il romanzo è quindi un’indagine nella vita, nelle passioni e negli odi di una donna (che Franchini chiama solo per nome, non citandola mai come “madre” né tantomeno “mamma”), alla ricerca di una spiegazione possibile.

Quale esperienza, quale frustrazione, quale nascosta ferita può rendere tanto ostili, rabbiosi, refrattari a qualsiasi forma di pacificazione? Quale motivo sta dietro la furia di Angela? Forse la guerra che la segna da bambina, oppure un padre morto troppo presto, o una madre morta troppo tardi e che le ha, a sua volta, infelicitato la giovinezza e la maturità. O un atavico complesso d’inferiorità, l’appartenenza a una cultura del Meridione contrapposta a quella dell’odiato Nord. Oppure, più semplicemente e definitivamente, un fuoco interno che la divora ed è privo di qualsiasi ragione, come il cuore nascosto di un vulcano.

Quello di Franchini è un romanzo-memoir popolato di personaggi che circondano un’unica protagonista, sempre al centro della scena: un’eroina eccessiva e imprevedibile, capace di alternare toni drammatici e ossessivi a momenti decisamente comici. Un racconto capace di incatenare il lettore e di scatenare emozioni, riflessioni, ricordi: quanto basta per ambire a pieno titolo, come suggerito da molti critici, al ruolo di libro dell’anno.

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